psicologa (iscrizione Ordine degli Psicologi Consiglio Regionale delle Marche, n. 1654) e psicoterapeuta ad indirizzo rogersiano.
giovedì 25 maggio 2017
"Bevo dunque Sono": percorsi di cura del Disturbo da Uso di Alcol
Sono attivi, presso lo Studio "Daimon", percorsi di cura per il Disturbo da Uso di Alcol, rientrante nella nuova classificazione del DSM 5: "Disturbo da Uso da Sostanze" ( APA, 2013)
martedì 23 maggio 2017
"America! America!" Un racconto sull'Alzheimer
"America!
America!"
Il corridoio
brulica di persone. E' orario di visita. Fuori, un tiepido sole sta
tramontando tra gli olmi, dipingendo tutto intorno di un oro pallido.
E' il panorama che si mostra agli occhi di Carmela. Ai suoi occhi
stanchi, circondati da argentee occhiaie. Occhi che guizzano ad ogni
piccolo e grande rumore. Occhi che cercano di comprendere dove si
trovano. Occhi che tentano di non aver paura, che provano a trovare
un appiglio in quel caos di voci sconosciute, di volti non
decifrabili, di distanze troppo ravvicinate. Ad un tratto,
un'infermiera esclama suadente il suo nome "Carmela, Carmela...
Eccoti finalmente! Sono arrivati i tuoi figli ed i tuoi nipoti...non
sei contenta?". Carmela distoglie lo sguardo dalla finestra che
dà sul grande giardino, lì in quel salone anonimo, fatto di luci
artificiali, linoleum ormai consumato e sedie tarlate...Con una mano
tremante afferra il suo bastone, si alza e sente i propri muscoli
pronti allo scatto, alla fuga. Carmela ha paura. Per quanto si
sforzi, non riesce a concretizzare quelle bocche che le sorridono,
quelle mani, troppe, che cercano di accarezzarla... "Chi siete?
Chi sono?...", pensa, impotente. Cerca di cacciarli con le
braccia, dimenandole, ma invano: loro non desistono, non mollano la
presa. Carmela ha paura. Troppa. Inizia a piangere ed urlare. Ha
paura che le possano fare del male. Ecco che arriva l"angelo
bianco" (così lei lo chiama!), un simpatico dottore che inizia
a parlarle molto, ma molto lentamente. Carmela pensa "quanto è
buffo, cerca di imitare tutto ciò che faccio". E Carmela si
sente sicura, perché sa che non le farà del male. "Carmela,
non preoccuparti queste persone sono i tuoi figli... Hai le loro foto
in camera". Con un cenno, l'"angelo bianco" mostra una
foto a colori, molto recente. Ed ecco che Carmela non ha più timore.
Un bambino dell gruppo porge all'anziana signora un vecchio album di
fotografie "Tieni nonna, questo è per te". Carmela lo
prende in mano ed inizia a sfogliarlo. Ci sono tante foto in bianco e
nero. Carmela è colpita da una in particolare: c'è una bimbetta,
che guarda irriverente l'obiettivo. E' vestita poveramente, ma il suo
sguardo emana curiosità ed eccitazione...In mano tiene una
bambolina, tutta vestita di pizzi e trine. Dietro di lei si scorge
un'enorme nave, un transatlantico, forse..."Forse sono io",
dice timidamente, quasi esitante. Alza i suoi occhi per trovare
conferma. E la trova. Trova, in chi la guarda con speranza, empatia e
calore. "Sì...sono io, esclama... era tanto tempo fa". "Ti
ricordi altro?" domanda una signora ben vestita. Carmela cerca
di sforzarsi, cerca di scovare, nel buio che la sovrasta, qualche
frammento di ricordo... Ed ecco, che le sovviene l'odore del mare che
l'avrebbe accolta per un lungo viaggio. Ed ecco, pian piano,
affiorare la sua Catania, il rumorio del porto, il tiepido calore del
sole, di un autunno di tanto tempo fa. Un autunno come quello di
oggi. Ad un tratto, si ritrova in quella bambina, che sarebbe partita
per gli Stati Uniti, per un futuro migliore, lontana dalla povertà e
precarietà. Emozionata, allora, esclama "America! America!".
La "mia America", dove ha vissuto per molti anni, dove ha
trovato l'amore, dove ha cresciuto la sua famiglia. Ma, ahimè, le immagini si fanno sempre più sfocate. Più incerte, vacue: come quei
corpi di cartapesta del Luna Park a cui manca il viso: Carmela non
riesce a collocare più nulla in quei vuoti. L'unica cosa che ricorda
è il suo indice, da bambina,

(foto:web)
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